sabato 28 settembre 2013

Piccolo manuale di logica eurista (addendum)

istwine ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Faremo una puntata sull'euro...":

Ma se l'Euro "è solo una moneta" perché continuano a dire che l'Italia è il paese che ha tratto maggior beneficio da essa?

Postato da istwine in Goofynomics alle 28 settembre 2013 11:11



(il manuale lo trovate qui. Quello che colpisce nei difensori dell'euro è che quando non sono dei politicanti cialtroni, scusati dalla propria seminfermità mentale, quando non sono degli analfabeti, quando non sono dei lacchè di interessi esteri, rimangono comunque delle persone totalmente sconnesse da quell'acquisizione del pensiero occidentale che va sotto il nome di logica. Un tema che affascina molto istwine, come sapete. Un mio collega, due giorni fa, notava sconsolato: "C'è qualcosa di potentemente simbolico nel fatto che la Troika sia riuscita a far chiudere l'università che ha dato il nome agli atenei di tutto il mondo". Certo, simbolico, e non casuale. Solo persone remote dalle radici della nostra civiltà e della nostra cultura possono non vedere quale colossale ammasso di menzogne e di contraddizioni, quale ciarpame sentimental-ideologico viene messo in campo dagli euristi, per i quali due più due fa sempre cinque e sempre per colpa nostra, perché non siamo produttivi ecc. ecc. Chi crede ad argomenti simili deve prima di tutto suscitare la nostra umana pietà, anche quando la sua ottusità ci conduca, come sta facendo, al disastro.

Ma la vendetta fia testimonio al ver che la dispensa...).









martedì 24 settembre 2013

Faremo una puntata sull'euro...

(a Piazza Pulita del 23 settembre 2013 Formigli, togliendo la parola a un già conculcato Claudio Borghi Aquilini, promette che dedicherà un'intera puntata ai temi dell'euro...)



La farai
compagno Formigli
la puntata sui problemi dell’euro
ma che scaletta avrà
a deciderlo tocca a noi.

Non le carriole di Weimar
che Borghi inerme straziarono nel tuo delirio
non l’inflazzzione a due cifre
con la quale noi arzilli vecchietti
convivemmo in serenità
non la sacra inviolata credibilità
della banca centrale indipendente
non la rigidità di questo cambio
che ci vede soffocare.

Ma soltanto il silenzio dei suicidati
più duro di ogni macigno
soltanto la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si informarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la menzogna e l’oltraggio dei media.

A quella puntata, se ci vorrai invitare,
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA



(questa poesia, o una simile, era scritta su una lapide, sulla facciata della casa della mi' nonna, a Montepulciano, di fronte a S. Agnese, in viale Pietro Calamandrei (vedi caso...), sicché io da bambino, ogni volta che tornavo dal giardino di Poggiofanti, leggevo queste parole, e mi chiedevo: "ma cosa significa? Perché il silenzio dei torturati? Perché la neve inviolata delle montagne? Cos'è la resistenza?"

Avrei preferito non capirlo mai, ma ora purtroppo l'ho capito, e lo avete capito anche voi.) 

domenica 22 settembre 2013

Gli europei stanno meglio?

Visto che l'appetito vien mangiando, allora facciamo così: chiediamoci se l'euro ha aiutato l'Eurozona a convergere verso il reddito medio dei paesi avanzati (ai quali essa per ora appartiene). Qualcosa di simile insomma a quello che abbiamo fatto quando ci siamo chiesti se, all'interno dell'Eurozona, la Grecia stesse convergendo verso il reddito medio dei paesi membri, come sosteneva il dr. Bastasin.

Usiamo, per l'occasione (e per rapidità) la metrica proposta dal dr. Bastasin, ovvero il rapporto fra i redditi pro-capite a dollari correnti e a parità di potere d'acquisto (che quindi tengono conto delle differenze di costo della vita fra i diversi paesi considerati).

La storia la sapete. L'euro doveva aiutarci a essere uniti per competere, doveva essere la fune alla quale tutti i paesi europei si aggrappavano, uniti, per tirare dalla stessa parte, guadagnando o almeno difendendo reddito e quote di mercato dall'invasione degli emergenti, della Ciiiiina. Invece, è diventato un gioco a somma nulla dove la Germania tira da una parte, tutti gli altri (più o meno) dall'altra, e l'Eurozona resta ferma sul posto.

Somma nulla o negativa, a giudicare dal grafico:




Come siano andate le cose finora, lo si vede bene. Negli anni '90 l'Eurozona aveva un reddito medio attorno all'89% della media delle economie avanzate. Dal 2001 inizia il declino, in due passi. Prima si raggiunge l'86% nel 2005. È il periodo nel quale le riforme del mercato del lavoro impattano sui salari reali dei lavoratori tedeschi, come ormai viene pacificamente ammesso dagli stessi tedeschi (ricordate quante sterili polemiche due anni or sono con i tanti disinformati esterofili?) e all'estero avevano visto subito. Poi c'è un altro scivolone a partire dalla crisi e dalla sua infausta gestione in termini di austerità. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che nei prossimi cinque anni ci allontaneremo sempre di più dalla media dei paesi avanzati. Verso il 2018 dovremmo aver perso una decina di punti percentuali, situandoci come media dell'Eurozona poco al disopra dell'80% del reddito medio degli altri paesi avanzati (gruppo che comprende, oltre a noi, Stati Uniti, Giappone, Singapore, ecc., ma non la Ciiiina).

Quello che il grafico dice non è poi così sorprendente! Se paghi di meno la gente, la gente guadagna di meno. Certo, lo so, non è così semplice. Quello che non va ai salari, direte voi, va ai profitti, e quindi la torta dovrebbe restare uguale, no? Dovrebbero solo cambiare le due fette, giusto?

Ma ci sono due problemi.

Il primo è che la repressione salariale impatta sui consumi, che sono la componente più cospicua della domanda aggregata, e quindi determina una crescita sotto il potenziale, perché distrugge il mercato interno (nello sforzo di catturare mercati esteri offrendo prodotti convenienti). Sintesi: lo sforzo degli imprenditori di prendersi una fetta di torta (Pil) più grande alla fine inibisce la crescita della torta. I tagli ai redditi dei consumatori hanno un moltiplicatore non solo quando sono pubblici (secondo scivolone nel grafico), ma anche quando sono privati (primo scivolone).

Il secondo problema è che questa bella idea è venuta al paese dimensionalmente più grande della zona, con due conseguenze: il primo, banale, aritmetico, che l'impatto sulla media dell'intera zona è stato cospicuo; secondo, serio, politico, che gli altri paesi hanno dovuto adeguarsi a questa bella prassi (quella che altrove ho chiamato la lotta di classe al contrario, chiarendo come l'euro ne sia lo strumento principe), e chi si è adeguato in ritardo è già morto.

In questo blog non abbiamo mai creduto che la Germania fosse la locomotiva dell'Eurozona, semplicemente perché i dati ci dicevano una cosa diversa. Ma non avevamo mai documentato con tanta evidenza quanto la leadership tedesca abbia portato il nostro subcontinente alla catastrofe, allontanandoci in modo persistente e, nel prossimo futuro, irreversibile, dal tenore di vita dei paesi avanzati ai quali avremmo la legittima aspettativa di appartenere. E lo strumento di questa catastrofe sono state le famose "riforme" (pardon, "riformestrutturali", in un'unica parola), con le quali tutti si sciacquano la bocca, e che altro non sono che la realizzazione (suicida) dell'eterno tentativo dei datori di lavoro di pagar di meno i lavoratori (dimenticando che se tutti fanno così, alla fine non ce n'è per nessuno).

Qui la Cina non c'entra. Il confronto è fra noi e gli altri avanzati. Vorrete forse argomentare che la Cina toglie a noi più che agli Usa? Avete presenti le dimensioni dei rispettivi deficit bilaterali? Non è così. Lasciate in pace gli emergenti, lasciateli emergere come economia vuole, cooperando a un processo che tanto non potete ostacolare.

Il problema è un altro: il problema è che la cecità della leadership alamanna ci sta portando al collasso.

Non credo che stasera le cose cambieranno di molto, tanto per esser chiari. Intanto, diffondete questo grafico agli amici dell'Europa "federale", e sostenete, se potete e volete, chi sta facendo uno sforzo per darvi un'informazione basata sui fatti e non sui sogni.

Aggiungo, e chiudo, ringraziando chi ha votato Goofynomics ai Macchia Nera Awards 2013. Arrivare secondi dopo la testata di Bastasin e Plateroti è una bella soddisfazione. Devono sentire il nostro fiato sul collo. Speriamo che questo serva a dare più spazio ai Lops e alle Cerretelli (per ricordarne un paio).


venerdì 20 settembre 2013

La nuit dernière...



Odysseos ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "I greci ora stanno meglio?":
La nuit dernière dans la banlieue de Keratsini près du Pirée, Pavlos Fyssas a été grièvement blessé par un individu se réclamant de l’Aube dorée, selon les reportages du jour, et d’après sa première déposition suivant son arrestation. C’est tard dans la nuit à l’hôpital où il a été transféré, que Pavlos est mort. L’Aube dorée, côté officiel nie toute implication, pourtant tous les témoignages prouvent le contraire, Panagiotis Fyssas, le père de Pavlos évoque même “un coup de poignard d' un assassin professionnel et qui a directement atteint le cœur de Pavlos”. Son fils, artiste de hip-hop proche de l’extrême gauche dont le nom d’artiste était “Killah P”, avait alors 34 ans. Certains policiers alors aussitôt alertés et qui se trouvaient à proximité “n'ont pas pu agir car ils attendaient des renforts” précise un communiqué de la police. La Grèce corps et âme, ses enfants du Pirée et le crépuscule. Pays dans un temps mort... au beau milieu d’une semaine de presque mobilisation syndicale.


Buona vita


Grazie.

E allora con l'occasione vi annuncio che Grigoriou Panagiotis, l'autore di Greek Crisis, sarà con noi al nostro compleanno. Come poi vedrete a consuntivo, la quota di partecipazione (35 euro) non sarebbe bastata a sostenere le spese del convegno, e tanto meno quindi a permetterci di invitare qualcuno che ci dica cosa sta realmente succedendo in Grecia, senza i filtri del'informazione di regime. È stata la vostra generosità, e il contributo delle istituzioni locali, a permetterci di realizzare l'evento e quindi anche di invitare Grigoriou.

Vi ricordo di prenotarvi, perché se lo fate all'ultimo momento rischiate di restar fuori (ormai non abbiamo più i tempi tecnici per scegliere una sala più grande), e vi invito sempre, se potete, a contribuire sostenendo a/simmetrie. Basta poco, ma per noi è molto. Come vedete, stiamo facendo uno sforzo concreto di proposta e di testimonianza. La fiducia che ci date non sarà tradita. Dopo l'evento del 23 settembre vi dirò quali sono le cose più urgenti che conto di fare col vostro contributo. Sono cose che, per lo più, mi avete chiesto di fare voi...



giovedì 19 settembre 2013

I greci ora stanno meglio?

Scusandomi ancora col dr. Bastasin per la rudezza con la quale ho risposto al suo invito, datomi in  diretta radiofonica, a non dire "qualsiasi cosa" (avrei probabilmente dovuto usare un tono diverso), torno a ribadire quello che ho detto in trasmissione e nel post precedente, ovvero che, anche usando la metrica proposta dal dr Bastasin (vale a dire i dollari nominali a PPP), non è vero che "anche nel caso più critico il processo di avvicinamento dei redditi dei greci a quelli, diciamo, per usare una figura non legittima ma evocativa, al reddito dei tedeschi è avvenuto tutt'ora, in mezzo alla crisi" (per usare le parole del dr Bastasin).

Voglio sottolineare che la breve ma spero proficua polemica verteva sul concetto di convergenza dei redditi, non di crescita dei redditi, cioè sul fatto se i greci si stessero avvicinando o meno ai tedeschi in termini di reddito pro capite.

Apro e chiudo una breve parentesi per ricordare che nella letteratura scientifica la convergenza dei redditi viene misurata con riferimento a variabili reali (qui trovate una rassegna esaustiva), per il semplice motivo che il processo di catch-up (cioè il fenomeno di "recupero" da parte delle economie meno avanzate che secondo l'economia neoclassica determina la convergenza stessa), è determinato dalla struttura della funzione di produzione, e questa ovviamente è specificata in termini reali, cioè di volume del prodotto (il fenomeno del catch-up è spiegato qui).

Ciò posto, nessuno contesta le percentuali di crescita del prodotto nominale greco che il dr. Bastasin fornisce nella sua controreplica. Eventualmente un teorico della crescita potrebbe contestare l'uso di variabili nominali, ma non voglio entrare in questo (come avete fatto voi) per non essere pignolo.

Il problema è un altro: è che quale che sia la metrica usata (valuta nazionale in termini reali, valuta nazionale in termini nominali, dollari nominali, dollari nominali a PPP - manca l'unica giusta: valuta nazionale in termini reali a PPP!), ripeto: quale che sia la metrica usata è evidente che:

1) con l'inizio della crisi il reddito pro capite dei greci comincia ad allontanarsi sia dalla media dell'Eurozona che dal livello tedesco;

2) a seguito di questa divergenza la Grecia si trova più lontana di prima dalla Germania, e questo soprattutto se si usa la metrica proposta dal dr Bastasin, cioè i dollari nominali a PPP.






Insomma: le percentuali di crescita (corrette) che il dr Bastasin cita non sono sufficientemente grandi da assicurare quella convergenza fra Grecia e Germania della quale il dr Bastasin parla. Tutto qui.

Vi propongo (per brevità, poi se interessa vi do tutti i dettagli) due grafici e una tabella.

Il primo grafico rapporta i redditi pro capite greci e tedeschi espressi in quattro comuni unità di misura (quelle indicate sopra):



ed è evidente come dall'inizio della crisi la Grecia cominci a divergere rapidamente dalla Germania, raggiungendo (nel caso dell'unità di misura proposta dal dr Bastasin, ovvero i dollari nominali a PPP) un minimo storico inferiore di 10 punti percentuali al precedente minimo raggiunto a inizio anni '90.

Il secondo grafico rapporta (nella metrica appena ricordata) i redditi greci e tedeschi alla media dell'Eurozona:


ed è chiaro che la divergenza fra Grecia e Germania vista nel primo grafico deriva dal fatto che con la crisi non solo i greci stanno relativamente peggio, ma i tedeschi (che fino al 2004 avevano visto un peggioramento della loro posizione relativa) stanno relativamente meglio.

La tabella che segue riporta i numeri usati per costruire il secondo grafico:


e la fonte dei dati è la stessa che cita il dr. Bastasin, ovvero il Fondo Monetario Internazionale, ma non il Data mapper, bensì il WEO (che trovo più comodo da consultare ma riporta gli stessi dati).

Temo quindi che i dati, in qualsiasi possibile versione (depurati o meno dall'inflazione, in dollari o in euro, aggiustati o meno per le differenze nel costo della vita fra paesi), ci dicano sempre la stessa cosa, quella che i giornali ci dicono e che per motivi che non capisco il dr. Bastasin vuole negare: dall'inizio della crisi la situazione dei greci (come del resto la nostra) è drammaticamente peggiorata in termini relativi (di questo stava parlando il dr. Bastasin), e la crisi ha invertito il processo di convergenza che comunque l'entrata nell'euro non aveva più di tanto favorito (a parte la fase iniziale, e qui ovviamente ci sarebbe da entrare in infiniti dettagli).

Il tema della convergenza macroeconomica mi è caro, ho avuto anche la ventura di insegnarlo in seminari organizzati dall'UNECA, mi è molto spiaciuto sentirmi dire che stavo dicendo "qualsiasi cosa" in diretta, soprattutto a fronte di evidenze empiriche come queste. Mi è anche spiaciuto aver risposto a tono. Solo che lì c'è gente che sta veramente male, e qualcuno purtroppo è anche mio amico.

Fiat pax.

martedì 17 settembre 2013

Bastasin

"Il reddito dei greci rispetto al reddito medio degli altri cittadini dell'eurozona a partire dal 1998, a partire dal 2000, è aumentato moltissimo, è aumentato del 40% per poi scendere del 20%, quindi paradossalmente anche nel caso più critico il processo di avvicinamento dei redditi dei greci a quelli, diciamo, per usare una figura non legittima ma evocativa, al reddito dei tedeschi è avvenuto tutt'ora, in mezzo alla crisi"

Carlo Bastasin, intervistato a Tutta la città ne parla.


Quella che durante la crisi ci sia stata convergenza del reddito dei greci verso la media dell'eurozona è un'affermazione estremamente azzardata e lo abbiamo visto qui. I dati, se interessano, sono quelli del WEO, e riporto il grafico per comodità:


A voler essere indulgenti, il Bastasin ha confuso il caso greco con quello irlandese, dove in effetti nonostante la crisi la situazione relativa (di quella parla lui) è migliorata. Ma, anche sorvolando sui soliti dettagli (parla di 1998 e di 2000 dando date totalmente a caso, visto che nessun paese è entrato nell'Eurozona in quegli anni e la Grecia c'è entrata nel 2001... Ossignur! Non c'è un difensore dell'euro che conosca i fondamenti elementari della storia di questa moneta), l'incremento di reddito pro capite in termini reali assoluti (cioè non rapportandolo alla media dell'Eurozona) dall'ingresso nell'Eurozona è stato del 26% (non del 40%) fino al punto di massimo di 18978 euro nel 2007, più che compensato dal successivo crollo del 23% verificatosi fino ad oggi (mentre quello che è decollato con la crisi è il reddito dei tedeschi e degli austriaci, sempre in relazione alla media dell'eurozona).

La vedete la spezzata arancione in basso, no? Quella che sta quasi sempre sopra alla spezzata del reddito portoghese (in violetto)... Vi sembra che a partire dal 2009 salga o scenda?

Non ho parole, o meglio, qualcosa da aggiungere ce l'ho.

Vi ricordate? Ce n'era un altro secondo il quale la Grecia dimostrava il successo dell'Eurozona. Come abbia fatto Bastasin ad apostrofarmi dicendomi "non può dire qualsiasi cosa" rimane un mistero. La neostoria ha i suoi adepti, e a noi piace ricordarli così, con la Grecia che entra nel 1998... o nel 2000!


(dedicato agli - involontari? - complici di questo tentativo di informazione...).

venerdì 13 settembre 2013

Dopo la TV per stomaci forti... TgCom24!

Per quelli di voi che non sono su Twitter, il link è questo, non riesco a embeddare il video... Come ho detto (su Twitter), quando si chiude una porta si apre un portone (che fa rima con lui). Rifatevi le orecchie e pronti al prossimo appuntamento, perché non vogliamo fermarci qui.






(Mi dicono che un autore di una certa trasmissione mi abbia scritto su Twitter che io non sono nessuno. Certo, loro sono diventati molto più popolari di me, come saprete - qui e qui. L'asserzione dell'autore in preda a delirio di onnimpotenza mi risolve un problema ma me ne crea un altro. Da un lato, il fatto che io non sia nessuno mi fa capire perché son stati così pitocchi da farmi addirittura pagare il taxi per l'albergo - ma tranquilli: non vi sto chiedendo un altro contributo! Dall'altro, se io non sono nessuno, ma cosa mi avete chiamato a fare? Solo per fare una figura di merda? Mah, io 'sta gente non la capisco. Come vedete, però, se tutti siamo utili, nessuno è indispensabile...)



























































































(volevo vedere se Porter abboccava... ho scritto embeddare,,, mo' chi lo sente! Ma mi sa che il pesce Porter non abbocca tanto facilmente... lo scoprirò solo lunedì, ora parto per l'Irlanda, vado a Dublino a un board dell'INFER per organizzare la conferenza di Pescara a maggio 2014. Di cosa vorreste che parlassimo?)

L'Europa alla resa dei conti

Sul sito di Radio Radicale trovate il video del convegno di ieri. Vorrei rivederlo e commentarlo con voi. Fate voi, mi fido di voi. Sono curioso di vedere cosa vi colpisce di quanto è stato detto. Io ero distrutto, con solo quattro ore di sonno per i noti motivi. Have fun... La trottola, come dice Claudio, sta cominciando a ballare...

giovedì 12 settembre 2013

QED n. 24: diciamoci tutto...

Da Riccardo ricevo e volentieri pubblico:




Sì ma l'euro è ancora giovane e gli Stati Uniti d'Europa saranno un prodotto nuovo, il confronto con gli USA non regge si parla di un secolo fa quando c'erano le guerre, crediamo nel progetto perché "fuori dall'euro siamo un tappo che galleggia sulla cacca" (?) e la cacca porta alla guerra e ricorrono gli anniversari oh! quelli sì che portano sfiga, gli economisti americani sono invidiosi perché l'euro lo abbiamo inventato noi e se lo stampiano con il frullino crea inflazione mentre il dollaro no e quindi è più efficiente non stampare, l'euro è troppo forte sul dollaro ma svalutare è da italiani meglio che rivaluti il dollaro, il Pil pro capite convergerà solo se sburocratizziamo la minchia di Chicco e crediamo in Dio, oggi c'è la globalizzazione, c'è la televisione, la Germania farà la scelta giusta se compreremo tanti spetzler dagli svevi perché noi rispettiamo gli impegni, il playmobil è per i bambini di sinistra, la polo è di sinistra, noi siamo di sinistra e per il libero mercato e ci battiamo contro il protezionismo di sinistra, i mercati non gradiscono l'instabilità per questo ci battiamo per crearla, gli investitori esteri non investono in italia perché c'è la corruzione, magistratura democratica e manca la raccolta differenziata, le imprese italiane non innovano per questo se le comprano gli innovatori esteri e le chiudono, la Cgil è un ostacolo per gli investitori esteri per questo invoca gli investitori esteri, se i giovani vanno all'estero poi tornano più ricchi, torniamo a investire nella scuola così i nostri giovani fanno bella figura all'estero, bisogna tagliare la spesa pubblica infatti alziamo le tasse, ho visto un sito dove il debito pubblico manda messaggi subliminali, giocando a poker online ho imparato la macroeconomia, nei seminari economici la narrativa è troppo indirizzata sulla inevitabilità del disastro, la crisi è psicologica una profezia che si autoavvera tornate a spendere per il bene dell'economia perché abbiamo vissuto per troppo tempo al di sopra delle nostre possibilità, per tornare a crescere bisogna infondere ottimismo perché la fiducia è tutto.

Ci vuole tempo per capire come reagirà il mercato europeo dei consumatori di balle.








(non vorrei dire, ma qui siamo ai livelli di istwine: che bella squadra...)  





Devo dirvi la verità: la trasmissione di ieri sera non è stata per me un'enorme sorpresa, e ve lo avevo anche detto su Twitter cinque giorni fa, se ricordate.

Mi era bastato sentir dire che sarebbe stato invitato l'economista Adinolfi (oh, Mario, si scherza, va da sé: però da un gambler come te tutta questa avversione al rischio non me l'aspettavo! Ma come: uno si guadagna la vita giocando a poker, e poi non capisce che l'uscita dall'euro, per chi sa come muoversi, è anche un'opportunità di guadagno? Mi deludi, sai...), dicevo: mi è bastato sapere che sarebbe stato presente il mio gambler preferito per capire che ci sarebbe stata la solita corte dei miracoli. Da lì a capire che sarebbe stata gestita nello stesso modo il passo era breve.

Ora, vorrei chiarire una cosa, anzi, due.

La prima è che da quando ho iniziato questa battaglia ho sempre agito d'impulso fregandomene di tutto e di tutti. La seconda è che questa mia sincerità, e non altro, mi ha procurato un certo seguito, del quale non riesco a valutare il peso (sarebbe ora di provarci), e che evidentemente mi espone a strumentalizzazioni.

Ad alcune di queste mi sono prestato consapevolmente e di buon grado. Un esempio per tutti: l'ostensione di Bagnai sul blog di Grillo subito prima delle elezioni, era chiaramente strumentale: serviva per abbindolare quel pezzo di base sensibile ai temi europei (un pezzo secondo me minoritario, perché altrimenti Grilleggio ne avrebbe tenuto ben diversamente conto, ma comunque utile in fase elettorale). Io non ho mai dubitato che Grillo fosse PUDE: se non lo fosse, avrebbe dato a me lungo un anno lo spazio dato ai vari "azzo", "oni" e "enza". Ma siccome lo è, questo spazio non me lo ha dato, e io naturalmente non gliel'ho chiesto, perché il mio principio è che io non devo chiedere niente a nessuno. Quando però mi hanno offerto spazio l'ho preso, perché tutto quello che avrei attirato (ahimè ingannevolmente: scusatemi!) su Grillo "da sinistra" avrebbe accelerato l'implosione del PD e la fine ignominiosa della 'zdora, della nostra casalinga emiliana preferita (ve la ricordate? No? Appunto...)

Il tornaconto quindi c'era.

Ma ieri sera che tornaconto c'è stato? Solo quello di faticare a bestia, di preparare meno bene un discorso che terrò all'aula dei Gruppi Parlamentari e verrà diffuso da Radio Radicale, ecc.

Vedete, il tweet di cui sopra è stato oggetto dell'ennesima paternale da parte di uno degli autori della trasmissione.

La paternale precedente era stata ancora più divertente: "Sai Alberto, tu non dovresti litigare con Donald, in fondo voi siete i nostri (?) economisti (?), questa cosa mette in imbarazzo Gianluigi...". Notate bene che quado questa paternale è intervenuta io non citavo più Donald sul blog da alcuni mesi e non rispondevo ai suoi ultimi sporadici attacchi, avendolo ormai sbriciolato. Lo feci notare all'autore, che mi tenne per mezz'ora filata a ripetermi lo stesso concetto, fino a quando io, spossato, rinunciai a fargli capire che nel mutato contesto la sua ramanzina non aveva alcun senso, perché io Donald non me lo stavo filando da mesi. Ma questa cosa in testa non gli entrava, con mia grande perplessità. Ma il momento esilarante venne all'incontro successivo, quando mi sentii dire: "Eh, Alberto, alla fine Gianluigi ha litigato con Donald, non possiamo più tenerlo in trasmissione, è ingestibile". E la mia risposta, data con una calma olimpica, fu: "Bene! Il che dimostra che tutto il discorso dell'altra volta, come ti avevo detto, era completamente inutile". Replica: "No, è stato utile!" Controreplica (a mente): "...".

Ora, voi vi rendete conto che se uno fa ramanzine di mezz'ora, per di più basate sul nulla, al cavajere nero, e se insiste dopo che gli viene fatto notare che nulla quaestio, secondo me non sa stare bene al posto suo, forse perché nessuno gli ha ancora dato le coordinate per collocarsi. Vediamo di dargliele in quello che io chiamo lo spazio IKEA (altezza, larghezza, profondità), e altri chiamano spazio euclideo a tre dimensioni (converrete con me che spazio IKEA è una definizione più plastica).

La prima coordinata è questa, caro autore: stampati bene in testa che a me se non mi invitate più non me ne frega un beneamato cazzo: siete voi che avete chiamato me, non io voi. Non è un dettaglio: è l'asse delle ascisse.

La seconda coordinata è questa, caro autore: non sopravvalutare il potere del tuo mezzo. Se non me ne frega un cazzo di essere invitato da voi, è perché in due anni, da dietro una scrivania e con la forza della parola e della verità sono riuscito a portare sui media un dibattito che era tabù da decenni. Come ti salta in mente di dire cose del tipo "siamo noi che ti abbiamo fatto diventare famoso" (eventualmente è stato quel simpatico svampito di Malaguti), o "se Vittorio Feltri ti apprezza lo devi a noi!" (ma che stai a ddi'? Ma che cazzo ti sei fumato? La moquette del simpatico studio? Feltri mi apprezza da quando mi ha sentito parlare a Zapping 2.0, da Loquenzi, ed è riuscito ad apprezzarmi perché quel signore di Loquenzi mi ha lasciato parlare trenta secondi senza gallinaio? Chiaro? Entra in testa? Proviamo da un'altra parte? Io devo molto meno a voi di quanto voi dobbiate a me. E infatti non mi avete mai fatto incontrare Feltri in studio, perché sapevate che mi avrebbe appoggiato - acca' nisciun'è fess'). E questo è l'asse delle ordinate.

La terza coordinata è questa: non venire a fare lezioncine di comunicazione a me. Io non ne faccio a te, e tu non farne a me, e amici come prima. E questo è l'asse delle quote.

Ora collocati, ma non farmi sapere dove sei, perché non me ne può fregare di meno.

Vedete, l'aspetto indecoroso della trasmissione di ieri sera non è quello che è successo in studio, ma quello che è successo prima: quello che ho chiesto, e non è stato fatto, quello che non avevo chiesto ma mi è stato promesso e non è stato mantenuto.

Io avevo chiesto due semplici cose.

Primo: se veramente vogliamo fare una battaglia antipude, semplicemente evitiamo di presentare ogni volta me come l'economista "eretico", "rivoluzionario", "strambo". Diciamo che c'è uno che ha il coraggio di dire in Italia quello che nel resto del mondo è common sense. Avrei quindi preferito non essere collocato su alcun pulpito, e avere la possibilità di interloquire.

Secondo: basta con gli "uno contro tutti", o, se vogliamo farli, facciamoli come vanno fatti: io seduto da una parte, tutti dall'altra, gli altri fanno domande e io rispondo. Visto che le tesi che si confrontano sono due, in questo modo le due tesi hanno spazio paritario. Tra l'altro, non c'è alcun bisogno di andare in tandem con Claudio o Antonio. Sarebbe molto controproducente. Ma di politici critici verso l'Eurozona ce n'è un vagone. Di "intellettuali" pronti a scendere dal carro del perdente (l'euro) ce n'è una tradotta. E allora il problema dov'è? Perché devo sempre essere solo? Questa cosa non riflette i rapporti di forza della società civile.

Come del resto non li riflette il fatto, che a voi da casa sarà sfuggito, che FARE, un partito che rappresenta meno del 2% degli elettori italiani, rappresentasse un buon 15% del parterre. E da lì già si dovrebbe capire molto...

Com'è andata lo sapete: esattamente al contrario. Mi hanno messo sul pulpito, da dove la regia mi toglieva il microfono privandomi della possibilità di interloquire, e non solo non hanno dato spazio paritario alla "mia" tesi (che poi è la tesi de 'sti due de passaggio), dopo averci scaltramente costruito la campagna di lancio della trasmissione con quella che è stata di fatto una pubblicità ingannevole, ma mi hanno dato proporzionalmente meno spazio che a tutti gli altri.

Non è proprio quello che mi era stato promesso.

Veniamo ora a quello che non avevo chiesto ma mi era stato promesso. Mi era stato detto che saremmo stati liberi dai condizionamenti della Rai, con tutta una serie di gustosi aneddoti su quanto erano antieuro gli inserzionisti de La7 (e quindi mi aspettavo un parterre più equilibrato). Mi era stato detto che saremmo stati in prima serata. Mi era stato detto che ci sarebbe stata una "rivoluzione copernicana" per cui io avrei esposto la "mia" tesi (aridaje! Cazzo, lo volete capire sì o no che non è "mia" ma di alcune decine di Nobel) e gli altri l'avrebbero "inseguita". Mi era stato chiesto di fare un discorso nel quale non sarei stato interrotto e che sarebbe arrivato a un certo punto della trasmissione. Un discorsone: due minuti! Ne ho chiesti tre. Risposta: sono troppi! A quel punto ho proprio lasciato perdere.

È evidente che le cose non stanno proprio come mi sono state dette. Cairo evidentemente condiziona la trasmissione molto più e molto peggio di quanto il compianto aracnide la condizionasse su Rai2. Il format non si basa sull'esposizione di un concetto (magari con un grafico, con un minimo di tempo per esporlo), ma sulla solita gazzarra nella quale è sì vero che io spicco perché alla fine sembro l'unica persona normale, ma è altrettanto vero che corro il rischio di degradarmi. La collocazione in prima serata, poi, è del tutto virtuale. Non ho controllato, ma credo di aver cominciato ad intervenire poco prima delle undici.

Andava meglio all'Ultima Parola, dove almeno si registrava alle 18 e alle undici eri già a casa.

La tesi dell'autore è che "l'uno contro tutti" è più efficace. Non mi pare sia così. Ci sono state trasmissioni nelle quali avevo accanto persone portatrici di visioni critiche (il povero Nutella, a modo suo, lo è), dove l'audience è andata bene, dove mi è stato dato il tempo di articolare un concetto. Ieri no, solo un po' verso la fine, quando il conduttore evidentemente si stava preoccupando per lo tsunami di merda che lo stava travolgendo (ahimè, mi spiace dirlo, non del tutto immeritatamente) da Twitter.

Questi autori che pensano che voi siate delle bestie, che non capiate se non le urla e il gallinaio, sono i degni complici dei politici per i quali "il popolo non è pronto" o degli economisti per i quali "la verità farebbe comodo a Berlusconi". Sono tutte persone infette dal marcio paternalismo di Aristide di buona memoria. Io questo paternalismo lo rifiuto. Il successo del mio progetto di comunicazione deriva da questo rifiuto. Ma questo gli autori non vogliono o non possono (perché condizionati, certo non per limiti intellettuali) capirlo.

Ora, io non voglio giudicare nessuno. Qualcuno su Twitter ha evidenziato questo fatto, chiedendomi "che ti aspetti?" Io non mi aspetto niente da considerazioni di questo tipo. Anche in a/simmetrie ci sono persone disparate, e questo non significa nulla di particolare.

Da un amico però mi aspetto una cosa molto ovvia: la chiarezza. Bastava dire: "Sarà come l'anno scorso: abbiamo gli stessi condizionamenti, forse anche peggiori. In più avremo difficoltà nell'adattarci ai nuovi spazi tecnici, un minimo di learning costs, quindi ti preghiamo di avere pazienza." Bastava semplicemente non fare né a me né a voi promesse che si sapeva che non sarebbero state mantenute (magari perché non si voleva o non si poteva farlo). E io sarei solo stanco.

Invece sono stanco e anche un po' incazzato.

Nonostante questo però continuo a credere nella buona fede di Gianluigi, e quindi vi chiedo di aiutarlo (e anche di aiutare i suoi autori a collocarsi nello spazio IKEA). Possiamo farlo in un unico modo. Visto che quello che regna in televisione è, giustamente, l'audience, diamo il segnale giusto: prima protestiamo su Twitter, chiedendo il programma che ci piacerebbe, e poi togliamo audience a un programma che non ci è piaciuto.

Stacchiamogli la spina.

Questo permetterà a Gianluigi di dire ai suoi autori e al suo editore: "Ragazzi, il format così non va, ci stanno chiedendo di fare altro, se volete audience bisogna cambiare qualcosa". Allora magari una settimanella prima mi chiedono un paio di grafici, e si parte da lì per discutere il problema (è solo un esempio). Oppure si chiede: "ma chi c'è di interessante che sostiene la "tua" tesi, che magari facciamo un parterre meno squilibrato" (è solo un altro esempio). O magari si propone: "ma che ne pensi se in uno spazio della trasmissione ti gestisci un contraddittorio su un tema qualsiasi, magari non l'euro, con un altro economista" (l'anno scorso lo hanno fatto, con le persone sbagliate, ma lo hanno fatto: è solo un altro esempio).

Ragazzi: sono due anni e più che lottiamo da questo blog e dalle nostre case per affermare una visione del mondo più conforme a quanto sta scritto nei manuali di economia. Ora è arrivato il momento di vedere quanti siamo e se possiamo essere utili a chi, come Gianluigi, dice di volerci aiutare.

Se siamo tanti, il nostro boicottaggio lo aiuterà: diciamo che noi valiamo due punti di share? Siccome mi pare ne abbiano fatti quattro, vedrai che se glie ne togli due la musica cambia.

Se invece siamo pochi, mettiamoci l'animo in pace, senza avvelenarci: stacchiamo ugualmente la spina, e tranquilli: ci sono tanti media, e alcuni sono anche gestiti da persone abbastanza intelligenti da capire che in questo periodo occorre dotarsi di un piano B.

Quindi, in ogni caso, che noi siamo molti, o che noi siamo pochi, che Gianluigi sia con noi, che sia contro di noi, l'unica cosa che possiamo fare è staccargli la spina.

A questo proposito vi do alcune brevi istruzioni per l'uso.

A) chi non è stato contento dello trasmissione lo dica per email, Twitter, facebook, lettera, segnali di fumo, dopo di che si chiuda il discorso con un bel silenzio tombale.

B) da domani chiunque mi invierà messaggi con hashtag o indirizzi riferiti a quella trasmissione verrà:
  1. bloccato su Twitter per sempre
  2. blacklistato sul blog (scusa Porter, ma noi al Jockey diciamo "blackboulé", se hai letto un certo romanzo dovresti ricordarti...)
  3. se ha comprato il biglietto per il compleanno questo gli sarà immediatamente rimborsato.

Siamo in democrazia, e io sono libero di non interessarmi a quello che non mi interessa. Ma siamo anche in guerra, dove se voi aiutate me, io aiuto voi, ma vale anche il contrario. Chiaro, no?

Poi, se la situazione cambierà, se verranno fatti patti chiari, io, figuratevi, sono per la flessibilità. Quella del cambio, innanzitutto, ma anche la mia. Ma alle condizioni attuali resto a casa mia, e chi non fa come me non è mio amico...



Addendum del 13/9/2013, ore 9:12:

Ok, gliel'abbiamo detto, morta lì. Uno di meno. Questi non ci chiameranno, forse anche gli altri, o magari faranno più attenzione, ma tanto noi non abbiamo tempo di andarci, e comunque non a fare i pupazzi, per cui va bene così e, vi prego, non c'è bisogno di insultare nessuno. La mia posizione è questa e credo sia chiara e condivisibile, non mi dispiace di averla espressa, penso che la trasparenza sia sempre utile. Detto questo però, ieri ero così stanco da non riuscire a capire bene perché fossi, come in effetti ero, così incazzato. Certo, da WhatsApp, email, sms, Twitter era un diluvio di "perché non ti hanno fatto parlare?", e questo era seccante, perché certificava il mio essere stato usato come pupazzo, quando sarebbe bastato pochissimo per fare contenti tutti. Certo, ero infastidito dal dovermi esprimere in una sede importante in condizioni di prostrazione fisica. Ma perché ero così incazzato, cosa mi irritava così tanto?... Me lo sono ricordato parlando alla Camera. C'era un altro simpatico retroscena. Eh sì, perché ricordate quelli che "tu sei famoso grazie a noi", quelli che "tanto sul web non combini niente, hai bisogno di noi", quelli che "perché hai sfiducia in noi"? Bene. Quest'estate, non ricordo bene dov'ero, mi arriva la telefonata di uno di loro. Il senso era: "ci vogliono togliere dal palinsesto (Rai), tu che sei bravo a far casino su Twitter fai qualcosa, ti prego, protestate". Ora, io dopo l'episodio di Giannino avevo deciso di non andare più, perché la rivergination di un personaggio simile era un crimine del quale mi seccava essere stato complice. Avevo però continuato a cooperare lealmente indicando, se mi veniva chiesto, chi poteva sostenere il dibattito in trasmissione (ad esempio, presentando alla redazione Antonio, che il suo l'ha fatto). Così, anche in questa circostanza, avevo collaborato, e vi avevo esortato a difendere la trasmissione dal PUDE (facendo finta che fossero due cose diverse).

Non so se afferrate cosa mi irrita. Scusate, ma i casi sono due: o il web non serve a nulla, e allora io devo prostrarmi agli autori che mi usano come pupazzo perché da questo dipende la mia popolarità (ma allora perché servirsi di una comunità che nessuno ascolta per difendere la posizione in palinsesto?); o il web serve a qualcosa, è una comunità ascoltata, e allora scusatemi, ma io a voi non devo proprio nulla in termini di popolarità. La logica, almeno quella, deve avere un minimo di stabilità nel tempo. Chi la distorce a proprio uso e consumo mi sta un po' sulle scatole, anche perché, come sapete bene, generalmente lavora per il nemico. Ricordate quelli che "adesso salviamo l'euro minacciando la Germania perché siamo abbastanza grandi per farlo, così restiamo nell'euro perché siamo troppo piccoli per farne a meno"? È esattamente come dire "adesso usa Twitter per aiutarci a restare in palinsesto perché il web è abbastanza potente per farlo, ma ricordati che non puoi fare a meno di noi perché il web non è abbastanza potente da renderti popolare".

A parte che qui chioserei con un cordiale e aperto "e 'sti cazzi", perché comunque io la mia testimonianza l'ho lasciata e resterà, il punto è che questo ragionamento offende non tanto me, quanto tutti voi. Siete veramente convinti di non contare niente? Io non ne sono tanto convinto. E soprattutto, anche fosse così, allora perché ci avete chiesto aiuto?

Logica eurista, ragazzi, in una trasmissione dove metà della platea è di FARE (sembrava di stare all'ANVUR). E quindi...